Prof.ssa Marcella Zollino
SINDROME DA APLOINSUFFICIENZA DI KANSL1
Questo è un studio finanziato dalla nostra Associazione, redatto dal Policlinico Gemelli di Roma, che concerne le persone adulte.
La sindrome da aploinsufficienza di KANSL1, nota anche come sindome da microdelezione 17q21.31 o sindrome di Koolen-De-Vries, rientra nel gruppo delle malattie rare geneticamente determinate (Sigla RNG 090).
Anche se di descrizione relativamente recente, è una delle condizioni, nel gruppo dei “disordini genomici”, più frequenti nella popolazione generale, con incidenza di 1/16000 individui.
Dal punto di vista genetico, essa può essere causata o da una microdelezione cromosomica a carico della regione 17q21.31, che causa la perdita di 5 geni noti, tra cui il gene KANSL1 (nell’80% dei casi), oppure da una mutazione limitata al solo gene KANSL1 (nel restante 20% dei casi). La diagnosi di microdelezione 17q21.31 può essere raggiunta senza necessità di formulare prima un sospetto diagnostico su base clinica, grazie all’attuale applicazione della tecnica di array-CGH (ibridazione genomica comparativa in grado di evidenziare delezioni/duplicazioni cromosomiche dell’intero genoma umano) alla pressocchè totalità dei casi di deficit cognitivo. Per la diagnosi di mutazione del gene KANSL1, in cui l’esame di array-CGH è normale, è invece necessario formulare prima il sospetto diagnostico su base clinica, e pianificare l’analisi specifica del gene KANSL1 tra i circa 20.000 geni che compongono il genoma umano.
Le prime conoscenze di tale condizione si sono prodotte nel 2006, relativamente alla microdelezione 17q21.31. La scoperta invece del gene KANSL1 come gene criticamente responsabile risale al 2012.
Una mutazione del solo gene KANSL1 è sufficiente a causare i problemi clinici completi di questa condizione. La sindrome definita inizialmente come microdelezione 17q21.31, è dunque di fatto una condizione monogenica, da perdita di funzione del gene KANSL1.
Il gene KANSL1 ha funzioni note, dirette al rimodellamento della cromatina, e quindi al controllo della funzione di numerosi altri geni. Questi aspetti, cioè l’evidenza che tale sindrome è di fatto monogenica, e che il gene responsabile ha funzioni note, creano le premesse per programmi di ricerca scientifica, volti alla possibilità di modulare le conseguenze della perdita delle funzioni del gene.
Clinicamente, i segni e sintomi più tipici della sindrome da aploinsufficienza di KANSL1 sono:
- ritardo psicomotorio di grado variabile;
- ritardo del linguaggio importante nei primi anni di vita, ma suscettibile di buon recupero con logopedia;
- problemi di accrescimento nei primi anni di vita, anch’essi suscettibili di migliorare nel tempo;
- misure della circonferenza cranica lievemente superiori rispetto all’altezza (tendenza alla macrocefalia relativa);
- epilessia in forme cliniche variabili, in genere non gravi, che interessa circa il 50% dei bambini;
- sono possibili anomalie cardiache o renali;
- si notano caratteristiche molto peculiari del volto, che spesso muovono il sospetto clinico; - il carattere è particolarmente socievole e affettuoso.
Possibili segni aggiuntivi includono problemi oculari, in forma di strabismo e ipermetropia, problemi dentali e ipotiroidismo. Sono anche possibili episodi di otite media ricorrente, che può creare ipoacusia, in genere reversibile, e sporadicamente craniostenosi.
Di rilievo per la gestione clinica e per la prognosi sono i problemi ortopedici e articolari, che rendono conto di lussazione dell’anca, di scoliosi e marcata iperlassità legamentosa.
I bambini portatori di tale condizione richiedono una sorveglianza medica continua per il futuro, particolarmente concentrata sulla prevenzione e sul trattamento dell’epilessia, così come sui problemi ortopedici e articolari.
Richiedono anche assistenza domestica e scolastica continuativa. L’assistenza continuativa è legata sia al fatto che difficilmente i bambini possono raggiungere la piena autonomia, sia all’evidenza che sono bambini educabili, e che quindi, se opportunamente assistiti, possono migliorare sensibilmente le loro capacità relazionali, comunicative e di apprendimento.
Prof.ssa Marcella Zollino
Istituto di Medicina Genomica
Università Cattolica Sacro Cuore
Fondazione Policlinico A.Gemelli
Roma
Tel 0630154927
Email<marcella.zollinonicatt.it>